Cinque punte ha una stella. E cinque dita ha il pugno che si stringe per denunciare un'ingiustizia, l’ira.
Anche loro sono cinque.
I cinque.
Però nel momento di doversi sedere sul banco degli imputati, accusati dal nemico, hanno deciso di essere una sola cosa: Cuba.



giovedì 17 ottobre 2013

Intervista ad Alberto Antonio Dandolo, regista del documentario “The Cuban Wives”

da www.taxidrivers.it
Abbiamo incontrato Alberto Antonio Dandolo pochi giorni prima dell’inizio del Lakino Festival a Berlino, una finestra aperta sul cinema sud-americano arricchita, quest’anno, da incontri e discussioni sulle co-produzioni internazionali coinvolgenti i Paesi dell’America Latina.

Tra i vari titoli presentati, accuratamente scelti tra festival del calibro di Cannes, della Berlinale, del San Sebastian, spicca la presenza di una firma italiana, di un giovane autore italiano arrivato dall’Università di Roma Tre sino a Cuba per girare il suo primo documentario. The Cuban Wives, questo il titolo, rispolvera da una prospettiva intima e femminile la tragica storia dei cinque agenti anti terroristi cubani detenuti dal 1998 nelle carceri federali statunitensi. Vittime allora di un ingiusto processo, i Cinque scontano tutt’ora il loro ergastolo, pena aggravata dall’impossibilità di vedere le proprie mogli. In The Cuban Wives Dandolo osserva un caso di ingiustizia internazionale, universale, da un’angolazione domestica, privata, quotidiana, introducendosi nel piccolo vissuto famigliare senza invaderlo, assoggettando con grande sensibilità l’uso della camera ai sentimenti delle mogli intervistate.